Michele Borghetti!
Sì, è ancora lui il campione italiano assoluto di dama italiana.
Per la settima volta.
Qualcuno lo ha già definito il migliore giocatore di dama di tutti i tempi,
anche perchè non bisogna dimenticare che Borghetti è un ottimo
giocatore pure a dama internazionale.
Siamo andati ad intervistarlo, per carpire le sue impressioni - e le sue emozioni -
dopo questo ennesimo trofeo da lui vinto.
7 titoli italiani assoluti a dama italiana
più un titolo assoluto di dama internazionale.
Ora sei il giocatore più titolato della storia della dama.
Quali sono le tue sensazioni dopo questo nuovo traguardo raggiunto?
È una gran bella emozione, quando una persona comincia a giocare a dama
vede certi traguardi così lontani da poter raggiungere; è un sogno
che si realizza.
Vuoi dedicare la tua vittoria a qualcuno
in particolare?
Sicuramente.
Questo settimo titolo a dama italiana ha un significato particolare per me,
quello di aver raggiunto il mitico Piero Piccioli come vittorie di campionati
assoluti; la dedica per questa vittoria speciale va ad una persona speciale,
senza la quale penso che la dama non esisterebbe ai giorni nostri, una persona
che ha dato una vita per la dama; la mia dedica va al grande Oreste Persico,
sperando che torni presto a portare allegria ed amicizia fra i damisti come
sempre è riuscito a fare.
Il titolo che hai vinto quest'anno comunque
è stato piuttosto sofferto, infatti l'hai vinto solo al fotofinish,
battendo Mario Fero all'ultimo turno, e proprio quando egli era in testa ed
aveva bisogno solo di un pareggio per la vittoria dell'assoluto.
Cosa ci puoi dire di quest'ultima partita da te giocata contro di lui?
È stata la mia vittoria pił bella e drammatica allo stesso momento.
Prima di cominciare la partita molti mi davano per spacciato, e non potevo
dargli torto; ho messo tutta la grinta e l'impegno possibile su quelle
caselle, sapendo che solo un miracolo mi avrebbe fatto vincere il
campionato, ma non ho mai smesso di crederci.
Il risultato finale rende comunque onore ad un leone della damiera come Mario Fero.
Anche lui non si è dato per vinto quando, a pochissimi turni
dalla fine ero io ad avere un cospicuo vantaggio sugli inseguitori ed avevo
avversari apparentemente più abbordabili (ma in pratica non è
stato così!).
Poi, contro di me, quando un pareggio gli sarebbe bastato per diventare campione,
non ha fatto certamente "melina", giocando a viso aperto una partita a lui
sfavorevole, arrivando ad un soffio dal pareggiarla.
Qualche considerazione sul livello tecnico
di quest'ultimo campionato in relazione agli ultimi campionati italiani che
hai disputato?
Il livello tecnico va sempre in crescendo, le persone che vanno a
disputare il campionato si preparano, oltre che sui libri e con altri
damisti, anche con il computer.
Inoltre sono rimasto impressionato da Manetti e Signorini, i quali, pur non
avendo una grande conoscenza teorica, sono riusciti a disputare un campionato
eccellente.
Qual è stato l'avversario che ti ha
impegnato di più in questo torneo?
A parte l'impegno che ho messo nell'ultima partita, quello che mi ha
impegnato di più è stato senz'altro Claudio De Franceschi,
che mi ha sorpreso con un bellissimo doppio sacrificio, probabilmente vincente.
Ora, oltre che giocatore, sei pure consigliere
federale.
Come riesci a conciliare il tuo impegno agonistico con quello politico?
Ritengo che prima di essere consigliere si debba essere damista,
bisogna cioè avere la dama nel sangue; per questo
non mi pesa il fatto di giocare oltre ad essere Consigliere
Federale.
Qualche altra considerazione?
Sì, un ringraziamento agli organizzatori dei Campionati Italiani,
che hanno svolto davvero un magnifico lavoro; grazie dunque alla Vicepresidente
F.I.D. Eleonora Bubbi ed a Nicolò Lugnan, sperando di non dimenticare
nessuno.
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