Nell'annunciare che il livornese Michele Borghetti, a soli ventotto anni, ha vinto,
per la settima volta, il titolo italiano, nell'ultima puntata, per ragioni di spazio,
non ho potuto elencare i record che ha stabilito e la cronaca di un campionato memorabile,
risultato il più incerto e avvincente degli ultimi anni.
Tutto questo per merito del fuoriclasse toscano che, dopo aver condotto la classifica
sin dalla prima delle sette giornate di gara alla penultima ha affrontato il ligure
Giuseppe Grimaldi, esordiente ai campionati italiani, in quel momento quartultimo
con 12 punti contro i 25 di Borghetti (che, con una vittoria, si sarebbe praticamente
assicurato il successo finale) e che perciò forzava, usciva dalla teoria, ma
indebolendosi andava in difficoltà nel finale e subiva una clamorosa, storica
sconfitta: il fenomenale livornese, infatti, non perdeva una partita nel campionato
italiano dal 1994.
Dopo sette anni perdeva, quindi, l'imbattibilità Borghetti che, comunque,
realizzava un record (127 incontri consecutivi senza sconfitte) che avrebbe
volentieri non stabilito.
Il risultato negativo si ripercuoteva anche sulla classifica in quanto il Grande
Maestro di Reggio Calabria Mario Fero, che occupava il secondo posto distanziato
di due punti, conseguendo due vittorie consecutive (batteva Livio Marussi e Mirco
De Grandis) prima appaiava e poi superava in classifica Borghetti.
Questi, fermato sul pareggio dal Grande Maestro siciliano Antonino Maijnelli, si
ritrovava secondo e in ritardo di un punto dal campione calabrese (vincitore di
due titoli italiani, recordman dei tornei nazionali vinti, e attualmente al
secondo posto della graduatoria Elo-Rubele) proprio prima dell'ultimo dei ventuno
turni che prevedeva lo scontro diretto fra i due.
Un ostacolo durissimo quindi per la forza dell'avversario e perchè a dama,
in particolare ai massimi livelli con giocatori che conoscono a memoria le migliori
continuazioni di tantissime partite, è molto più facile pareggiare
che vincere.
Borghetti però, giocando in modo magistrale una partita dal finale drammatico
(con entrambi i giocatori costretti a muovere rapidamente perchè in
difficoltà con il tempo) riusciva a battere Fero e a scavalcarlo distanziandolo
di un punto.
Un successo che ha fatto registrare un altro record: lo scontro diretto, infatti,
pochissime volte aveva deciso l'assegnazione del titolo, raramente chi era in
ritardo aveva ribaltato la situazione e mai nessuno all'ultimo turno era riuscito
a superare chi lo precedeva anche perchè solo in poche occasioni si sono
affrontati i primi due in classifica nella partita conclusiva del torneo.
Un'impresa che ha reso storica l'edizione 2001 dei Campionati Italiani disputati
a Grado, negli spaziosi locali del Grand Hotel Astoria dove alla presenza del
presidente della FID Ciro Fierro e del vicepresidente Eleonora Bubbi (che ha
ottimamente organizzato il torneo) e di autorità locali, il sindaco di Grado
Roberto Marin, regionali, l'assessore Giovanni Vio e nazionali, l'onorevole
Alessandro Maran, sono state effettuate le premiazioni della competizione
tricolore che ha fatto registrare anche il successo di un giocatore di Parma
che ha vinto il titolo nella categoria Regionali.
Maggiori particolari li fornirò nella prossima puntata.